Cosa fa realmente un elettrone quando attraversa una lastra con due fenditure

Cosa fa realmente un elettrone quando attraversa una lastra con due fenditure

Elettrone:

PERPLESSITÀ QUANTISTICHE.
Cosa fa realmente un elettrone quando attraversa una lastra con due fenditure, ma non viene osservato? In base alla MQ non è possibile saperlo. Si presume che l'elettrone esca dall'emettitore come particella, ma poi smette di comportarsi come tale fino a quando non arriva sullo schermo in cui lo osserviamo ancora come particella. Se l'elettrone si trasforma in onda quando non è osservato, lo fa appena emesso dal cannoncino elettronico, un attimo prima di attraversare la fessura o un attimo dopo? Se sullo schermo vediamo una particella, l'eventuale onda si trasforma in elettrone un attimo prima di arrivare sullo schermo oppure quando si spiaccica su esso? Come fanno tantissimi elettroni, emessi uno per volta, con frequenza molto bassa, a disporsi sullo schermo in modo da formare una figura che ricorda l'interferenza delle onde? Se facciamo passare 100 elettroni attraverso la maschera non si vede nessuna figura di interferenza. Aumentando il numero di elettroni si osserva che essi si distribuiscono sullo schermo con tendenza a formare una figura che assomiglia alle frange di interferenza di due onde coerenti. Cosa garantisce che si tratta di vera interferenza di due onde? Come possiamo sapere se gli elettroni che arrivano come onde sullo schermo, sapendo che lì possono essere osservati, da onde si trasformano in particelle? È ancora oggetto di dibattito tra i fisici professionisti la questione se un elettrone abbia o meno una posizione e una velocità ben determinate quando non guardiamo. Il PI pone un limite a ciò che si può prevedere di uno stato quantistico e quindi su ciò che possiamo sapere su di esso quando finalmente lo osserviamo. Il PI vale solo quando non osserviamo l'elettrone? Il punto dove si ferma l'elettrone sullo schermo è ben localizzato e la sua velocità è nulla. In questo caso il PI forse non è più valido? Come si fa ad associare le proprietà di una quantità matematica astratta, come la funzione d'onda, con il mondo reale? Solo perché abbiamo formule matematiche per calcolare e prevedere le proprietà di un atomo non significa che la funzione d'onda sia una descrizione matematica dell'atomo o addirittura che la funzione d'onda sia l'atomo stesso. Il mondo quantistico è veramente molto strano. Le equazioni della meccanica quantistica descrivono con grande precisione questa stranezza, ma qual è la realtà sottostante? Da più di 80 anni I fisici cercano di capire la meccanica quantistica ma non ci sono riusciti del tutto. Come può, allora, la meccanica quantistica essere compresa, nella sua essenza, da una persona di cultura media o da uno studente universitario quando gli si impone: "Calcola e taci"? Tutto ciò che i fisici posseggono per descrivere lo stato di un atomo, quando non lo osservano direttamente, è la funzione d'onda calcolata risolvendo l'equazione di Schrodinger; in base a tale equazione, la somma di due soluzioni è ancora una soluzione, ma ciò è sufficiente per poter affermare che un elettrone può essere veloce e lento, può essere qua, là e altrove allo stesso tempo? La funzione d'onda è la stessa entità fisica o è solo una sua descrizione matematica? In ogni caso non notiamo mai questo strano stato di cose quando osserviamo gli elettroni. Li vediamo sempre e solo in un unico posto, o che trasportano una data energia, o che hanno una ben determinata velocità. Probabilmente la sovrapposizione è solo una stranezza matematica, non una vera proprietà delle particelle reali. Nessuna persona razionale può accettare l'idea che l'elettrone possa trovarsi contemporaneamente in due posti diversi
si tratta del principio di indeterminazione c di WErrner Heisenberg nella sua formulazione classica
Tuttavia in quanto postulato o asdioma la sua adsoluta validità generale non può essere dimostrata.

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pasquale.clarizio

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